giovedì 13 settembre 2012

Il Dono d’Amore e i suoi perché…


Svariate sono le teorie psicologiche e il modo in cui uno psicoterapeuta si rapporta al problema presentato dal paziente e di conseguenza  formula un piano di  trattamento.
Tra queste  la Terapia Ricostruttiva Interpersonale (IRT) di L. Benjamin, a mio avviso, permette di realizzare una formulazione del caso (1) in grado di aumentare di molto la capacità di intervento anche con pazienti problematici e refrattari al trattamento, tenendo in considerazione l’importanza dell’apprendimento in rapporto alla situazione attuale. La IRT si fonda sul presupposto che le persone hanno imparato nella loro storia modi di pensare, sentire e agire che sostengono il loro disagio; fine della terapia è di apprendere e riconoscere le proprie tendenze, da dove provengono e a cosa servono. Una volta arrivati a questa chiarezza si possono imparare nuovi modi più funzionali di agire.
Nella IRT, alla base della formulazione del caso, troviamo la teoria dell’Apprendimento evolutivo(DLL). Tale approccio basandosi sulla teoria dell’attaccamento di Bowlby (1977) secondo la quale le prime relazioni importanti del bambino costituiscono le basi di quello che l’autore chiama “modelli operativi interni” e che rappresentano ciò da cui il bambino parte per rapportarsi al mondo; mette in risalto il collegamento tra i modi di fare disfunzionali attuali con cui la persona si confronta e le interiorizzazioni delle persone importanti e delle loro rappresentazioni interne (IPIR).
I collegamenti tra le relazioni con le figure chiave e i sintomi presentati possono avvenire  attraverso quelli che vengono definiti i processi di copia, ovvero la persona:
1. può essere come la figura di riferimento (solitamente un genitore): se ad es. ha avuto un padre austero e rigido a sua volta, da adulta,  sarà  come lui. (identificazione-simile)
2. può essere l’esatto contrario del genitore: se ad es. ha avuto un padre rigido da adulta sarà flessibile e comprensiva (identificazione-opposto).
3. può continuare a comportarsi nelle varie situazioni come se il genitore fosse presente: ad es. un bambino il cui genitore impedisce di dire la propria opinione perché viene considerato e fatto sentire stupido  potrà  da adulto continuare a istaurare relazioni nelle quali si pone in una posizione down non esponendosi. (ricapitolazione-complemento).
4. può scegliere di fare l’opposto di quello che il genitore desidera: ad es. il genitore ha cercato di educare il bambino secondo delle norme e dei valori di un certo tipo e da adulta la persona sceglierà di non rispettare nessun tipo di regola.( ricapitolazione-opposto).
 5. può trattare se stessa come veniva trattata dai genitori: ad es. un genitore dice e tratta il bambino  da incapace, da adulta la persona tenderà a dirsi che non vale niente. (introiezione).

Ma perché si sceglie e si mantengono dei comportamenti che possono essere vissuti come problematici e che  limitano lo sviluppo della persona?

La Benjamin parla a riguardo del tentativo (inconsapevole) della persona di raggiungere prossimità psichica alle figure chiave (IPIR); in altre parole continuando a esibire comportamenti, sentimenti e pensieri collegati alle norme e ai valori di una IPIR  il paziente spera di ottenere una maggiore vicinanza psicologica alla persona amata.
Di solito c’è il desiderio o la fantasia di riscrivere la storia in modo che le cose siano “come avrebbero dovuto essere” invece di come sono andate. 
Ecco allora come ciascun processo di copia è collegato a un sacrificio del Sé messo in atto dal paziente al fine di mantenere lo stato di relazione con la figura di attaccamento ed ecco perché la Benjamin afferma che “ogni psicopatologia è un dono d’amore” (Benjamin 1993).
Ricerca d’amore quindi e  presenza di lealtà all’altro significativo anche “al costo” di fare scelte per se stessi sbagliate: è per questo motivo che ad es. una donna che ha avuto un padre violento sarà portata a scegliere compagni  simili al padre. Oppure, si può soffrire di un disturbo da Attacco di Panico come conseguenza di un messaggio di dipendenza e di non fiducia difensiva derivante dalle figure di accudimento. Tale messaggio spingerà l’individuo a non diventare autonomo a causa di un mondo pericoloso. Ciò che farà, sarà inconsapevolmente credere a quel messaggio, ritenendosi inadeguato a muoversi nel mondo, sviluppando quindi un sintomo (ad esempio l’Attacco di Panico che si scatena nei mezzi pubblici) per confermare alle proprie persone di riferimento e a se stesso la bontà di quell’insegnamento. Il risultato è continuare a essere dipendente dall’altro, senza sentirsi autonomo e non credendo nelle proprie competenze e capacità sociali.
C’è quindi un bisogno inascoltato che si manifesta nel disturbo e a prescindere dal processo di copia che viene messo in atto la richiesta è sempre una richiesta d’amore:
  1. Sono come te, per questo amami (identificazione-simile)
  2. Dedico tutta la vita a essere tutto ciò che non sei e voglio che tu lo sappia. Ammetti che hai torto e ponici rimedio. Finalmente amami (identificazione – opposto)
  3. Le tue regole e i tuoi modi di vedere sono miei, li manterrò fedelmente. Quando ti accorgerai quanto mi hai influenzato mi amerai di più (ricapitolazione-complemento)
  4. Farò l’opposto di quello che vuoi da me finchè ammetterai che io ho ragione e tu torto. Voglio che mi accetti secondo le mie condizioni. Per favore amami così come stanno le cose. (ricapitolazione- opposto)
  5. Mi tratto come mi hai trattato. Amami visto che sono d’accordo con te.                                            Ecco allora che la depressione non è solo depressione
    Bruciarsi le braccia con le sigarette non è solo autolesionismo.
    Mangiare troppo e vomitare non è solo un ciclo di abbuffate e condotte di eliminazione.
    Il trattamento si basa sulla comprensione di questi indicatori in funzione delle fantasie e dei desideri associati alle IPIR..
    Questa lettura permette di condurre un trattamento mirato alle relazioni sottostanti con le IPIR e implica la necessità che il paziente riconosca i desideri impossibili che sostengono la ricerca di prossimità psichica alle IPIR; che li elabori come in un lutto e che li abbandoni.
    Compito del terapeuta è aiutare il paziente nella scoperta e nella gestione di sé.
     Infatti attraverso il racconto della sua storia, il sentirsi ascoltato e lo risperimentare emozioni in un posto sicuro, il paziente può imparare a riconoscere modi di pensare, di sentire e di agire problematici. Successivamente potendo esprimere in modo sincero i pensieri, i sentimenti e comportamenti può apprendere nuove modalità verso sé e nelle interazioni.






(1) Formulazione caso:  per formulazione del caso si intende il quadro generale che il terapeuta si fa riguardo al paziente, alla sua storia e al perché dei sintomi presentati. Ha implicazioni chiare per il trattamento e viene impiegata per guidare la scelta dei vari interventi. Alla base è necessaria la conoscenza delle varie teorie legate alle scuole di riferimento nonché la conoscenza del DSM IV TR. La formulazione del caso dovrebbe essere coerente, integrata, basata sui dati verificabile e confutabile e dovrebbe ragionevolmente spiegare il quadro globale della persona.

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